I CAMPI PROFUGHI DEL NORD AFRICA IN UNA MOSTRA
RUBIERA – Si chiama “Noi siamo Sahara(We)” ed è una mostra sui campi profughi del popolo Saharawi Tindouf, in Algeria: sarà visitabile dal 24 giugno al 29 luglio nella biblioteca comunale “Urceo Codro” di Rubiera. Si tratta precisamente di un reportage realizzato in prima persona dai bambini profughi, da qui il gioco di parole fra “Saharawi” e l'inglese “we” (noi), che si pronuncia come “wi”.

L'esposizione itinerante fa parte del progetto che vede il Comune di Rubiera, insieme ad altri enti locali reggiani, impegnato da tempo nella solidarietà e nel sostegno a queste popolazioni che da 40 anni vivono esuli, accampati in terra algerina, in attesa di poter un giorno rimpatriare, cioè tornare nel Sahara Occidentale, che è stato occupato dal Marocco. Del resto “saharawi” vuol dire proprio “del Sahara, sahariano”.

Anche quest'anno, in luglio, alcune famiglie rubieresi ospiteranno minori provenienti da Tindouf, nel progetto intercomunale di accoglienza estiva e tutela sanitaria di quei bambini, organizzato dall'associazione “Jaima Saharawi”.

“Noi siamo Sahara(We)”, accessibile nei normali orari di apertura della biblioteca, propone foto scattate da 15 bambini di età compresa tra i 10 e i 16 anni, nati e cresciuti in un campo profughi nel mezzo del deserto: « Quando gli ho consegnato le macchinette usa e getta – spiega il curatore, Stefano Tomassetti - li ho pregati solo di una cosa, di non sprecare tutti gli scatti nel giro di pochi minuti ma di scattare nell'arco della settimana dandosi la possibilità di farmi vedere, di farci vedere, liberamente, tutto quello che volevano del loro mondo. »

Tornato a casa, Tomassetti ha fatto sviluppare i rullini: il risultato delle loro foto è « andato oltre ogni aspettativa, è stato un mix di emozioni. »

Grazie agli scatti dei ragazzi, il visitatore entra nelle loro case, nelle loro tende, “condivide” con loro un giro in bicicletta, una partita di calcio, una carezza a un cammello: « Ho visitato le capre, ho scherzato con gli amici, ho mangiato e bevuto tè, ho curiosato in giro – dice Tomassetti - E c'è tutto, perché il bambino, diversamente dal grande, ti fa vedere la verità per quella che è, non te la nasconde, non te la maschera, non te la sistema perché sia una verità più bella, no, te la schiaffa in faccia nuda e cruda, senza paura né vergogna. »

“Noi siamo Sahara(We)” è presentata da Tomassetti e da “Jaima Saharawi” con il patrocinio del Comune: inaugura sabato 24 giugno alle 10. L'ingresso è libero.






23/06/2017

Autore:
firma autore articolo

Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it