ALCUNI FATTI DI CRONACA
Novellara. PRESO TOPO D'AUTO
Sebbene abbia avuto la sfrontatezza di agire in pieno giorno, introducendosi nell’abitacolo di un autocarro in sosta nel cortile di una privata abitazione, non ha tenuto conto del sistema di videosorveglianza della stessa abitazione e del fatto che lo stesso è bene noto anche alla caserma dei Carabinieri di Novellara a cui è bastato visionare il filmato per riconoscerlo. Con l’accusa di furto aggravato su autocarro i carabinieri della stazione di Novellara hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 40enne residente a Novellara. La vittima, un operaio 26enne di Reggio Emilia, alla guida dell’autocarro di proprietà dell’azienda per cui lavora, si era recato presso una privata abitazione di Novellara per procedere alla consegna di alcune casse d’acqua. Arrivato a destinazione è sceso dal mezzo procedendo alla consegna delle casse d’acqua. A questo punto entrava in azione il ladruncolo che approfittando della distrazione dell’operaio, si infilava nell’abitacolo dell’autocarro rubando il cellulare del 26enne ottenuto il quale si dileguava ma non riusciva ad assicurarsi l’impunità. Accortasi di essere stata derubata l’operaio formalizzava la denuncia di furto a carico di ignoti con i carabinieri di Novellara che intervenuti sul posto per le constatazioni di legge avviavano le indagini partendo dall’acquisizione delle immagini del sistema di videosorveglianza dell’abitazione. Dalla visione dei filmati i carabinieri potevano notare l’intera scena del furto accertando che l’autore del furto altri non era che l’odierno indagato noto anche ai carabinieri di Novellara per i suoi precedenti specifici in materia di reati contro il patrimonio. Una volta identificato l’uomo veniva quindi denunciato in stato di libertà per furto aggravato.

Montecchio Emilia. RISSA DA FAR WEST
Proprio come il far west: scene del tutti simili a quelle che i cowboy davano vita all'interno dei saloon si sono verificate in un bar di Montecchio Emilia, nel reggiano, in conseguenza delle quali un uomo è finito in ospedale mentre il bar a causa degli ingenti danni subiti è stato costretto alla chiusura. Per questi fatti un 38enne reggiano è stato denunciato dai carabinieri del paese alla Procura reggiana con le accuse di danneggiamento, percosse, lesioni e minacce. I fatti che risalgono all’altra sera e si sono verificati all’interno di un bar di Montecchio Emilia. Complice probabilmente l’uso smodato di alcolici, un 38enne alla richieste di un ulteriore amaro è andato in escandescenza al diniego della barista di somministrarle il bere. Dapprima ha incominciato ad offenderla e minacciarla, poi è passato alle vie di fatto arrivando a raggiungerla dietro al bancone e scaraventarla a terra. Un avventore presente all’interno dell’esercizio pubblico, intervenuto in difesa della barista, non è stato risparmiato dalla furia del 38enne che in tutta risposta l’ha aggredito ingaggiando una colluttazione in conseguenza della quale l’avventore è finito in ospedale. Nel corso del parapiglia il bancone in vetro è andato completamente distrutto tanto da veder l’esercente costretta a chiudere l’attività sino al ripristino dei locali. Solo l’arrivo dei carabinieri di Montecchio Emilia, intervenuti su richiesta della barista, ha riportato la situazione alla normalità: il 38enne è stato portato alla calma mentre l’avventore, un 28enne del paese, con il volto insanguinato veniva affidato alle cure mediche dei sanitari inviati dal 118 e condotto in ospedale da dove veniva dimesso con una prognosi di 7 giorni per un trauma facciale con contusioni multiple. Ricostruiti i fatti i carabinieri di Montecchio Emilia provvedevano a denunciare l 38enne in ordine ai citati riferimenti normativi violati.

Novellara – Per anni circa 10 anni una donna e i suoi due figli hanno vissuto nel terrore per gli atteggiamenti violenti di un 45enne che, complice l’uso smodato di bevande alcoliche, non perdeva occasione per offendere, minacciare e aggredire moglie e figli. Dal canto loro i tre vivevano nel totale terrore arrivando a chiudersi a chiave in una stanza per dormire la notte o addirittura allontanarsi e trovare ospitalità presso vicini di casa. Ogni pretesto era buono per maltrattare i propri familiari sebbene questi, proprio per evitare aggressioni in casa era come se non esistessero, “stavamo attenti a come respiravamo per non contrariarlo” queste alcune delle agghiaccianti affermazioni raccolte dai carabinieri di Novellara. Per questi motivi al culmine dell’ennesimo episodio di violenza registrato ieri pomeriggio i carabinieri della stazione di Novellara con l’accusa di maltrattamenti in famiglia continuati hanno arrestato un 45enbne agricoltore residente a Novellara. Negli anni numerosi sono stati gli interventi dei carabinieri apparentemente per sedare banali liti in famiglia come veniva presentate, in quanto mai sino ad oggi nessuno dei familiari aveva avuto il coraggio di raccontare le violenze subite. Ieri l’epilogo quando due figli, ora maggiorenni, che da giorni vivevano come vagabondi hanno avuto la forza di presentarsi ai carabinieri di Novellara raccontando che erano da giorni fuori casa per paura dl padre ma che avevano necessità di prendere gli effetti personali da casa e per pura di essere picchiati chiedevano al maresciallo di accompagnarli. Sebbene un vistoso lucchetto sbarrava l’accesso alla casa i ragazzi riuscivano a entrare a casa con il maresciallo che si nascondeva all’interno: alla vista dei due figli il padre è andato su tutte le furie urlando al loro indirizzo e cercando di aggredirli ignaro che dentro casa c’era anche il maresciallo che, vista la situazione, usciva allo scoperto bloccando l’uomo. Condotto in caserma e dopo aver raccolti tutti gli elementi compresi la deposizione della moglie che alla fine trovava il coraggio di raccontare un decennio di angherie subite, l’uomo veniva arrestato e ristretto a disposizione della Procura reggiana. Negli ultimi giorni numerosi erano stati gli interventi dei carabinieri presso l’abitazione dell’uomo che davanti ai militari fingeva di essere ravveduto per poi continuare nella sua condotta violenta.


20/08/2019

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Paolo Ruini
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