BOLLETINO DI CRONACA NERA
SCANDIANO-SI SCHIANTA IN AUTO DOPO UNA CENA
E' costato caro il dopo cena per un operaio che oltre a tutta una serie di conseguenze a lui contestate per essersi schiantato al limite del coma etilico, si vedrà recapitare una maxi multa sino ad un massimo di oltre 10.000 euro! Se da una parte deve ringraziare la dea bendata per essere uscito pressoché indenne dal terribile schianto che, peraltro, l’ha visto centrare un palo di cemento, non può altrettanto fare con i carabinieri di Borretto   che a seguito degli accertamenti hanno riscontrato un tasso alcolico abbondantemente oltre i 2,5 g/l. Con l'accusa di guida in stato d'ebbrezza i carabinieri   hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un operaio 24enne abitante a Scandiano. Secondo quanto accertato dai Carabinieri l'uomo l’altra notte alla guida di un utilitaria percorreva via Libertà del comune di Guastalla quando durante la manovra di svolta in via Trieste perdeva il controllo dell’autovettura schiantandosi contro un palo di cemento. Le cause? Subito svelate a seguito degli accertamenti cui è stato sottoposto il giovane conducente che hanno rivelato un tasso alcolico pari a 2,56 g/l. Per lui denuncia per guida in stato d'ebbrezza, e ritiro della patente che potrebbe essergli revocata avendo causato un incidente stradale con una tasso di oltre 1,5 g/l e sequestro dell’auto che gli verrà confiscata. Provvedimenti a cui seguirà la maxi multa penale che può arrivare ad un massimo di oltre 10.000 euro.

REGGIO EMILIA - DIPENDENTI IN NERO
Grazie ad un blitz congiuntamente condotto dai militari del nucleo carabinieri ispettorato del Lavoro e dal personale dello stesso Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia, nel capoluogo reggiano sono stati individuati due esercizi pubblici che impiegavano in nero il 50% della forza lavoro. Nei guai è finito un ristoratore 20enne residente a Reggio Emilia, titolare di un ristorante in città, e una barista 40enne reggiana con esercizio pubblico sempre nel capoluogo reggiano. L’attività dei funzionari e dei carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Reggio Emilia risale alla giornata di ieri quando gli operanti, sulla scorta di una mirata attività informativa tesa a contrastare le fattispecie illecite correlate al lavoro nero e all’impiego di manodopera clandestina, effettuavano una serie di controlli presso alcuni esercizi pubblici della città trovando i dovuti riscontri alle ipotesi che hanno generato l’attività. All’atto dell’ispezione in un ristorante i carabinieri e i funzionari dell’Ispettorato del Lavoro riscontravano l’impiego in nero di 2 lavoratori su 4 pari al 50% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro motivo per cui, ai sensi delle attuali norme di legge, l’attività veniva immediatamente sospesa dagli operanti che procedevano anche nei confronti del ristoratore comminandogli complessivamente oltre 5.000 euro di multa. Stessa sorte per una barista con attività sempre a Reggio Emilia al cui interno i carabinieri riscontravano l’impiego in nero di un lavoratore su 2 presenti pari al 50% della forza lavoro. Anche in questo caso l’attività veniva sospesa con la comminazione di una multa per la barista pari a 2.500 euro. Ora la ripresa delle rispettive attività dipenderà dagli stessi commercianti che dovranno regolarizzare i dipendenti impiegati in nero e pagare la maxi multa a loro contestata.

FABBRICO - SEQUESTRATO FERTILIZZANTE CONTAMINATO
Quindicimila tonnellate di fertilizzanti (gessi di defecazione) sono stati sottoposti a sequestro preventivo da parte dei carabinieri forestali della stazione di Gualtieri e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Gruppo di Reggio Emilia a seguito dell’esito delle analisi, cui sono stati sottoposti in un laboratorio di ARPAE Emilia Romagna, che hanno evidenziato la presenza di idrocarburi, arsenico, fenoli ed in particolar modo di metilfenoli in quantitativi significativi e ritemuti nocivi per la salute e l’ambiente. Al termine delle indagini, coordinate dalla Dr.ssa Maria Rita PANTANI, sostituto presso la Procura reggiana, i carabinieri forestali di Gualtieri e Reggio Emilia hanno denunciato un 55enne bresciano che aveva preso in affitto i due capannoni, ubicati nel comune di Fabbrico, dove erano stoccati i fertilizzanti contaminati. L’uomo è accusato di attività di recupero, commercio, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali potenzialmente pericolosi, senza autorizzazione. L’attività è stata resa possibile grazie a un mirato servizio di controllo del territorio portato a termine dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gualtieri a seguito di diverse segnalazioni pervenute da privati cittadini che lamentavano odori nauseabondi e irritanti giungere da due capannoni al cui interno il sopralluogo dei carabinieri forestali gualtieresi ha portato al rinvenimento di migliaia di tonnellate di materiale stoccato all’interno. Da una prima attività di indagine, eseguita unitamente ai colleghi del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Gruppo carabinieri Forestali di Reggio Emilia, è emerso che si trattava di gessi di defecazione, appartenenti alla categoria dei fertilizzanti e che l’attività di stoccaggio nei capannoni di Fabbrico (RE) ha avuto inizio già da mesi prima. Nella considerazione che il materiale a breve sarebbe stato sparso per i campi agricoli e alla luce delle segnalazioni giunte dai cittadini sono stati eseguite le dovute analisi su campionature del materiale al fine di verificare la presenza di metalli pesanti, fenoli e idrocarburi (elementi tossici e nocivi per l’ambiente, gli animali e per l’uomo). Il risultato delle analisi ha confermato la presenza di idrocarburi, arsenico, fenoli ed in particolar modo di metilfenoli in quantitativi significativi motivo per cui le 15.000 tonnellate di fertilizzante contaminato venivano sottoposte a sequestro preventivo con la denuncia dell’imprenditore bresciano (che aveva preso in affitto i capannoni). Da registrare che l’effettiva pericolosità dei microinquinanti organici (Idrocarburi, Fenoli, ecc) nei prodotti che sono utilizzati per la fertilizzazione è assai dibattuto sia in ambito tecnico scientifico che giuridico. Negli ultimi anni, sono state prese posizioni piuttosto decise in merito, da parte degli organi inquirenti, che hanno ritenuto di denunciare i produttori di fanghi e compost, nei quali è stata riscontrata la presenza, in quantità significativa, di microinquinanti organici (Diossine, IPA, PCB, Idrocarburi, Fenoli). Se tali gessi di defecazione, fossero spanti senza un’accurata indagine analitica atta ad escludere la presenza di sostanze inquinanti in concentrazioni pericolose per l’ambiente, si potrebbe assistere ad un fenomeno di danno e bioaccumulo nel tempo. I gessi di defecazione sequestrati preventivamente dai carabinieri forestali, per essere utilizzati sui terreni a beneficio dell’agricoltura, dovranno essere trattati con procedimenti chimico-fisici e/o biologici al fine di eliminare gli idrocarburi pesanti e il metilfenolo, in quanto potrebbero causare danni all’ecosistema e rappresentare anche un rischio per la salute pubblica. Diversamente dovranno essere smaltiti presso gli impianti di incenerimento o in discarica.


19/09/2017

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Paolo Ruini
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