DOCUMENTI FALSI: SCOPERTI ALCUNI RESPONSABILI
REGGIO EMILIA - Nell’ambito di attività d’indagine e monitoraggio dei flussi nella nostra provincia di stranieri provenienti dalle cosiddette aree sensibili sotto il profilo eversivo, i Carabinieri del Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, coadiuvati dai militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia Carabinieri del capoluogo reggiano, hanno dato esecuzione ad un decreto di  perquisizione domiciliare emesso dalla locale Procura della Repubblica, concorde con gli esiti investigativi dei Carabinieri reggiani. L’attività aveva come obiettivo un’abitazione ubicata in zona stazione ferroviaria, attenzionata per il sospetto viavai di stranieri registrato dai Carabinieri del Nucleo Informativo reggiano, reparto che in ambito provinciale rappresenta la naturale promanazione territoriale del ROS, con il quale vengono concordate  tutte le iniziative per quanto concerne il contrasto all’eversione interna ed internazionale. La perquisizione, che ha escluso il contesto terroristico, ha portato al rinvenimento e contestuale sequestro di alcune carte d’identità contraffatte ed un computer portatile ora al vaglio del personale specializzato. Durante le operazioni veniva inoltre rinvenuta e sequestrata documentazione contabile dalla quale risultava che quell’abitazione funge anche da struttura ricettiva per immigrati, con tanto di tariffe per l’affitto di un singolo posto letto che arrivavano sino a 150 euro. All’interno dell’abitazione i carabinieri oltre ai due proprietari di nazionalità pakistana hanno identificato ulteriori 6 connazionali, tutti risultanti regolarmente soggiornanti nel territorio nazionale, “ospitati” in quella che si è rivelata a tutti gli effetti una “pensione” abusiva per cittadini stranieri gestita dagli indagati. Le prime risultanze investigative hanno portato ad accertare a vantaggio dei due proprietari emolumenti in  nero quantificati in circa 20.000 euro. Al riguardo sarà interessato il competente Ufficio delle Agenzie delle Entrate per le opportune verifiche e il recupero dei tributi evasi correlati agli affitti in nero. Nell’ambito del medesimo contesto investigativo, i Carabinieri, al fine di recuperare le matrici dei documenti di identità alterati, hanno eseguito un ulteriore provvedimento presso l’Ufficio Anagrafe della città, che portava al rinvenimento ed al sequestro di documentazione utile per l’accertamento dei fatti e la prosecuzione delle indagini. L’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo Informativo e coordinata dal Dr. Giacomo Forte della Procura reggiana, vede indagati due cittadini pakistani, un 30enne e un 33enne abitanti in città, e un cittadino italiano 48enne dipendente pubblico. I tre sono accusati a vario titolo dei reati di  falsità materiale commessa da privato, uso di atto falso, falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sull’identità personale, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale e concorso in falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici.


18/11/2017

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Paolo Ruini
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