CRONACHE NERE REGGIANE
Boretto. DERUBA DUE DONNE
Approfittando della distrazione delle due derubate che si trovavano intente a parlare con i rispettivi gruppi di amici, si è impossessato delle rispettive giacche e borse contente documenti personali, danaro contante e telefoni cellulari. In un caso venendo scoperto da una delle due derubate è stato fermato dal responsabile della sicurezza del locale al quale ha ammesso la paternità del furto. Si è quindi reso disponibile a restituire quanto prelevato sostenendo averlo nascosto all’esterno del locale. Tuttavia una volta fuori il ladro riusciva a fuggire dileguandosi. Non si è garantito ‘impunità in quanto i carabinieri di Boretto attivati da una delle due vittime grazie alla descrizione dettagliata del ladro hanno indirizzato le loro attenzioni investigative nei confronti di un 30enne nordafricano residente a Gualtieri nei cui confronti sono stati acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine alla paternità dei due furti tra cui i riconoscimenti, in apposite sedute di individuazioni fotografiche da parte delle derubate e di alcuni testimoni che l’avevano visto rubare. Per questo motivo con l’accusa di furto aggravato e continuati i carabinieri della stazione di Boretto hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 30enne marocchino residente a Gualtieri noto anche agli stessi militari per via dei suoi trascorsi. Ad essere derubate una 43enne di Guastalla  e una 45enne di Reggio Emilia che si ritrovavano con i rispettivi amici presso lo stesso locale della bassa reggiana e pur non conoscendosi hanno avuto lo stesso destino ovvero quello di essere derubate delle giacche e delle borse contenenti effetti personali tra cui i rispettivi cellulari, documenti d’identità, bancomat e danaro contante.La 45enne tuttavia accortasi subito del furto allertava l’addetto alla sicurezza del locale indicando il possibile ladro, grazie ad alcune indicazioni ricevute da testimoni,  in un uomo presente nel locale. Subito fermato l’uomo ammetteva le proprie responsabilità mostrandosi intenzionato a restituire la refurtiva che aveva a suo dire nascosto all’esterno. Tuttavia una volta fuori l’uomo fuggiva riuscendo a dileguarsi. I carabinieri intervenuti sul posto rivenivano la borsa della 45enne vuota e sulla scorta di quanto raccolto dai numerosi testimoni presenti indirizzavano le indagini sull’odierno 30enne acquisendo a suo carico,  come anzidetto, incontrovertibili elementi di responsabilità in conseguenza ai quali essendo trascorsa la flagranza di reato veniva denunciato in stato di libertà.

San Martino in Rio. FILMATO MENTRE RUBA
All’uscita dal supermercato Sigma di San Martino in Rio, nella bassa reggiana, aveva lo zaino sulle spalle molto gonfio rispetto a quando era entrato. Per questo motivo una commessa che ha notato l’anomalia l’ha prima seguito sino al archeggio annotando le prime due lettere della targa e il modello dell’auto con cui lo sconosciuto si è allontanato. Quindi rientrata in negozio ha segnalato l’accaduto al responsabile che dall’analisi dei filmati delle telecamere della videosorveglianza interna del supermercato ha avuto modo di verificare i sospetti della dipendente. Il cliente sconosciuto aveva fatto infatti razzia di scatolette di tonno e confezioni di caffè: una cinquantina di pezzi per un valore di alcune centinaia di euro, che aveva occultato proprio all’interno dello zaino che teneva sulle spalle. L’attività predatoria documentata dalle telecamere è stata quindi denunciata ai carabinieri di San Martino in Rio dal responsabile del supermercato Sigma che a corredo della denuncia consegnava un CD-ROM contenenti le indagini del furto. Grazie alle “indagini 2.0” i carabinieri sono risaliti all’auto del furto. Ricevuta la denuncia infatti i militari, forti anche del dato parziale della targa dell’auto usata dal ladro, analizzavano i sistema O.C.R. letture targhe comunali riuscendo a individuare l’auto usata dal malvivente risultata che sebbene intestata a una persona estranea al furto da qualche anno, dome documentato dall’attività di controllo dl territorio registrata in banca dati, era in uso esclusivo di un rumeno 34enne residente a Modena.  Le indagini antropometriche scolte tra il volto del ladro e quello del sospettato hanno consentito di accertare che lo stesso era la stessa persona. Acquisti tali elementi ma anche il riconoscimento effettuato, in apposita seduta di individuazione fotografica, dalla commessa, a carico del 34enne venivano acquisiti importanti indizi di colpevolezza alla base della denuncia che i carabinieri di San Martino in Rio hanno inoltrato a suo carico alla Procura reggiana in ordine al reato di furto aggravato.

Castelnovo Sotto. CASALINGA NEI GUAI
Non poteva certo immaginare che a distanza di dieci mesi dal furto i carabinieri di Castelnovo Sotto avessero bussato alla porta di casa per sequestrarle lo smartphone che lei ha dichiarato di aver acquistato in un mercatino dell’usato e che invece era stato rubato ad un’impiegata nell’edicola dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia dove l’aveva posato. Attraverso mirate attività tecniche i carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto sono risaliti all’utilizzatrice dello smartphone rubato risultato essere una casalinga 45enne residente a Reggio Emilia. Con l’accusa di ricettazione i carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto hanno quindi denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Bologna la donna, recuperando lo smartphone rubato ad un’impiegata 29enne di Castelnovo Sotto a cui è stato poi restituito. Ne guai è finito anche il fratello della 45enne, un operaio 49enne residente a Reggio Emilia, denunciato sempre per ricettazione risultano che lo stesso per un breve periodo ha usato il cellulare- La derubata non aveva configurato un App che gli consentisse di tracciare e quindi ritrovare il suo cellulare ma è ugualmente tornata in possesso del suo smartphone della HTC grazie alle indagini tecniche condotte dai carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto. A seguito della denuncia del furto dello smartphone, sottratto alla donna da ignoti alla fine di dicembre dello scorso anno i carabinieri eseguivano indagini tecniche sul traffico telefonico successivamente al furto che risultava essere stato associato a schede telefoniche intestate ai due indagati.Le ulteriori attività investigative venivano quindi eseguite dai carabinieri di Castelnovo Sotto attraverso l’avvio dei dovuti accertamenti per appurare l’effettiva esistenza degli intestatari delle utenze e soprattutto stabilire se lo avessero ancora in suo. I militari facevano quindi “visita” alla 45enne trovata in possesso di uno smartphone della HTC  risultato essere quello rubato alla 29enne reggiana. “L’ho comprato ad un mercatino dell’usato!”. Questa la giustificazione della donna non certamente esaustiva a fronte della denuncia di furto sporta dalla derubata ed in possesso dei Carabinieri che quindi procedevano al sequestro del dispositivo per la successiva restituzione alla derubata ed alla conseguente denuncia per ricettazione operata nei confronti della donna e del fratello che è risultato averlo usato.

Bassa reggiana – PICCHIA LA MOGLIE:ALLONTANATO
Scalza, in lacrime, con un occhio gonfio, con un figlio al seguito ed altro in braccio ha suonato alla caserma dei carabinieri venendo confortata e subito condotta – a mezzo ambulanza – all’Ospedale di Guastalla per le evidenti lesioni che riportava al volto conseguenti alle percosse subite dal marito. Una prognosi di 30 giorni per la frattura dell’osso mascellare sinistro in esito di maltrattamento familiare. Un episodio non isolato, quello risalente a fine dello scorso mese di giungo, in quanto le investigazioni dei carabinieri hanno rivelato che donna e figli erano da tempo sottoposti a continui maltrattamenti. Gravi e inauditi episodi di violenza per i quali, al termine delle indagini, i carabinieri in forza alla compagnia di Guastalla hanno denunciato alla Procura reggiana un 30enne pakistano residente nella bassa reggiana accusato dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Il sostituto titolare dell'inchiesta, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l'applicazione nei confronti dell’uomo della misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alle vittime. Provvedimento di natura cautelare che è stato eseguito dai Carabinieri della compagnia di Guastalla che avevano denunciato l’uomo. Pesanti come un macigno le accuse mosse all’uomo che dal 2016 e sino all’episodio del giugno scorso, che ha portato al collocamento in struttura protetta della famiglia, ha sottoposto a costanti vessazioni fisiche e morali la moglie e i due figlioletti, insultando costantemente la donna, privandola della libertà di uscire da sola, di munirsi di un cellulare, di parlare  telefonicamente con i familiari in Pakistan se non in presenza del marito, pretendendo la presenza dei genitori per controllare la moglie in sua assenza, sferrandole pugni al volto, schiaffi trascinandola per i capelli, stringendole il colo fino a farle quasi perdere i sensi, calciandole la schiena.
Violenza commesse anche davanti ai due figlioletti che non venivano risparmiati dalle violenze.  L’episodio che ha fatto trovare il coraggio alla donna di fuggire da casa e rivolgersi ai carabinieri alla fine dello scorso mese di giungo quando l’uomo ha sferrato alla moglie un violento pungo all0’occhio facendola cadere a terra (sbattendo la faccia sula lavatrice) nonostante la donna avesse in braccio ilo figlioletto che cadeva a terra procurando anche lui lesioni. Dopo l’episodio è fuggita da casa scalza in lacrime con i suoi due figli chiedendo aiuto ai carabinieri. Gravi episodi quelli denunciati dalla donna che riscontati dai militari in forza alla compagnia di Guastalla che hanno condotto le indagini hanno visto la Procura reggiana richiedere ed ottenere dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia il citato provvedimento di natura cautelare che è stato eseguito dai Carabinieri che hanno posto fine alle violenze dell’uomo.

 
Reggio Emilia. TRANS IN MANETTE
Fermato nel milanese è risultato destinatario di un provvedimento  di espulsione che non aveva ottemperato. Per questo motivo un cittadino brasiliano nel maggio del 2013 era stato condotto in caserma dove in preda a un raptus di follia con le scarpe aveva infranto il vetro di una porta della caserma. Per quei fatti il 43enne cittadino brasiliano Eduardo CARLOS SOUZA era stato arrestato con l’accusa di danneggiamento aggravato e deferito alla competente Procura  per non aver ottemperato all’ordine di espulsione.  Per i fatti concernenti il danneggiamento aggravato il 43enne brasiliano a seguito dell’iter processuale è stato riconosciuto colpevole dal Tribunale Ordinario di Miano e condannato alla pena di 4 mesi di reclusione. La sentenza divenuta esecutiva ha visto l’ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano emettere a carico del 43enne brasiliano domiciliato a Reggio Emilia l’ordine di esecuzione per la carcerazione che è stato trasmesso ai Carabinieri della sezione operativa di Reggio Emilia. I militari reggiani, ricevuto il provvedimento restrittivo, vi hanno dato esecuzione arrestando il 43enne  che dapprima è stato condotto in caserma per le formalità di rito per poi essere tradotto presso il carcere reggiano per l’espiazione della pena.



11/11/2019

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Paolo Ruini
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