RACCONTARE VERDI A BADIA POLESINE
BADIA POLESINE - “Raccontare Verdi”: Otto Romanze per tenore e orchestra al Teatro Balzan di Badia Polesine.
Venerdì 1 marzo 2019 l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius e il tenore Enrico Casari saranno i protagonisti di un itinerario alla scoperta della vocalità verdiana guidato da Sandro Cappelletto. Biglietto unico 8€ in vendita anche online: L’incasso sarà devoluto in beneficienza ad associazioni della provincia di Rovigo.
 
La musica del più grande operista dell’Ottocento, la vocalità italiana per eccellenza, quella del tenore, un’orchestra, due interpreti di fama internazionale e uno tra i più apprezzati divulgatori musicali italiani: sono questi gli ingredienti dello spettacolo che l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Marco Angius e con la partecipazione del tenore Enrico Casari, proporrà venerdì 1 marzo 2019 alle ore 21.00 al Teatro Balzan: non un semplice concerto, ma un itinerario alla scoperta della vocalità verdiana guidato da Sandro Cappelletto, storico della musica, critico musicale e collaboratore dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.

Lo spettacolo è realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e la collaborazione e il sostegno del Comune di Badia Polesine.

Il programma vede ‘dialogare’ Giuseppe Verdi (1813-1901) e Luciano Berio (1925-2003). Tra 1838 e 1849 Verdi compone 17 liriche per canto e pianoforte; esse rappresentano, dice Cappelletto «un momento unico all’interno della sua produzione. Alcune sono il suo biglietto da visita come compositore: i primi titoli che un editore decide di pubblicare per far conoscere al mondo musicale il temperamento, le ambizioni di questo ragazzo venuto dalla piccola Busseto a cercar fortuna a Milano. Tra gli autori dei testi, di argomento tra loro molto diverso, a volte passionali, altre patetici, altre ancora patriottici, troviamo anche i nomi di Felice Romani, Temistocle Solera, Andrea Maffei, che diventeranno suoi librettisti. Non si sbaglia definendo queste romanze il primo laboratorio creativo verdiano».

Molto tempo dopo, nel 1990, Luciano Berio, spesso capace di sintesi vertiginose tra passato e futuro della musica e al quale dobbiamo meravigliose rivisitazioni di capolavori del passato, da Boccherini a Schubert, sceglie otto tra queste liriche verdiane e le trasforma in altrettante Romanze per tenore e orchestra, collocandole «in un rispettoso e sottile tessuto di riferimenti musicali, che commenta, con il senno e il distacco di centocinquanta anni dopo, i rapporti del linguaggio, dello stile e della maniere verdiane col tempo che passa». Da un Verdi in prima persona, quindi ad un Verdi rivisitato da un compositore che profondamente lo amava: «Sono convinto che un’Italia senza Verdi sarebbe come un’Inghilterra senza Shakespeare».

Il protagonista, amoroso, impavido, generoso, eroico, è il tenore che la tradizione verdiana ci ha consegnato, delineando alcuni tra i più celebri protagonisti delle opere del “cigno di Busseto”, dal Duca di Mantova ad Alfredo, da Manrico a Radames, da Riccardo a Otello.

Scrive Berio: «Penso che queste Otto romanze per voce e pianoforte possano essere considerate dei veri e propri studi per scene, arie e cabalette di melodrammi verdiani in fieri. Vi si ritrovano infatti echi del Nabucco, de La forza del destino, del Don Carlos e, addirittura, una intera frase da «Tacea la notte placida» del Trovatore. Avrei potuto orchestrare «alla Verdi» queste espressive e idiomatiche romanze, riesumando cioè i manierismi orchestrali del primo Verdi rintracciabili nella parte pianistica... Invece, la linea di condotta da me perseguita nell’orchestrazione non è omogenea perché questi otto brani - pur nella loro «verdianità» - sono assai diversi fra loro nel carattere espressivo, nello spessore musicale e nella qualità, spesso sconsolante, dei testi».

Lo spettacolo, che sarà eseguito dall’OPV venerdì 1 marzo 2019, è realizzato con la collaborazione e il sostegno del Comune di Badia Polesine.
 
Biglietto unico €8.
In vendita online su www.opvorchestra.it o al botteghino del teatro il giorno del concerto dalle 19.00 alle 21.00. I biglietti possono essere prenotati all’indirizzo e-mail biglietteria@opvorchestra.it entro il 27 febbraio. Gli incassi saranno interamente devoluti in beneficenza ad Associazioni della provincia di Rovigo.
 
Venerdì 1 marzo 2019, ore 21.00
Teatro Balzan, Badia Polesine (Ro)
ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO
MARCO ANGIUS, direttore
ENRICO CASARI, tenore
SANDRO CAPPELLETTO, voce recitante

Giuseppe Verdi/Luciano Berio, Otto romanze per tenore e orchestra

Profili
Enrico Casari, tenore
Ha iniziato lo studio del canto al Conservatorio di Verona con Maria Sokolinska Noto. Successivamente ha proseguito i suoi studi con Augusto Vicentini, Ivo Vinco e Sherman Lowe. Ha inoltre approfondito la sua formazione musicale presso la Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia. Nel 2006 è stato selezionato per partecipare al Laboratorio Teatro Musicale del Settecento diretto da Enzo Dara, debuttando con il ruolo di Bastiano in Bastiano e Bastiana di Mozart al Teatro Bibiena di Mantova.
È stato poi membro presso l’Opera Studio della Vlaamse Opera a Gand e presso l'Opera Studio dell’Opéra National du Rhin di Strasburgo. Vincitore di numerosi concorsi internazionali, tra gli ultimi impegni nel 2015 ha interpretato Beppe in Pagliacci al fianco di Marcelo Álvarez e Leo Nucci all’Opéra de Monte-Carlo, e poi Normanno nella Lucia di Lammermoor all’Opéra de Lille, Rouen, Limoges e Reims e Die Schöpfung di Haydn a Liegi. Il 2016 lo ha visto impegnato in Věc Makropulos (Janek) con la regia di Robert Carsen all’Opéra National du Rhin e al Teatro La Fenice in Manon Lescaut (Des Grieux) di Auber al fianco di Sumi Jo, nel Requiem di Mozart all’Opéra Royal de Wallonie e di nuovo in Pagliacci all’Opéra de Metz.
Nel 2017 ha cantato Kudrjas in Kat’a Kabanová con la regia ancora di Carsen al Regio di Torino e in seguito ha partecipato alla Gazzetta (Alberto) alla Israeli Opera di Tel Aviv, alla Scala di seta (Dormont) al Théâtre des Champs Elysées e a Pagliacci all’Opéra National du Rhin. Per la stagione 2017-2018 si segnalano Adriana Lecouvreur di Cilea al fianco di Roberto Alagna e I puritani di Bellini a Montecarlo, il debutto nel ruolo di Narraboth nella Salome di Strauss al Regio di Torino. Nel medesimo periodo ha cantato in Carmen e in Turandot all’ Arena di Verona.
Durante la stagione attuale (2018/2019) ha cantato il ruolo di François (debutto) in A quiet place di Bernstein e di Narraboth al Teatro comunale di Bologna.
 
Sandro Cappelletto, scrittore e storico della musica
Laureato in Filosofia, ha studiato armonia e composizione con il maestro Robert Mann. Tra le sue principali pubblicazioni, la prima biografia critica di Carlo Broschi Farinelli (La voce perduta, EDT, 1995), nel 2006 esce Mozart – La notte delle Dissonanze (EDT), libro dedicato al misterioso Adagio introduttivo del Quartetto per archi K 465. E dal libro nasce, assieme al Quartetto Savinio, un fortunato concerto-racconto. Analoga convivenza di parola e musica per le Variazioni Goldberg, nate per e con Ramin Bahrami. Per la Storia del teatro moderno e contemporaneo (Einaudi, 2001) ha scritto il saggio Inventare la scena: regia e teatro d’opera. Nel 2002, con Pietro Bria, dà alle stampe Wagner o la musica degli affetti (Franco Angeli), raccolta di riflessioni e interviste di Giuseppe Sinopoli, di cui nel 2006 cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia (Marsilio). Nel 2008 l’Accademia Perosi di Biella pubblica L’angelo del Tempo, volume dedicato al Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen. È autore di programmi radiofonici e televisivi (crea la trasmissione di Rai-Radio Tre Momus), realizza per Rai 3 un film televisivo su Maurizio Pollini, scrive e conduce per Rai 5 il programma Inventare il tempo).   Nel 2016 il Saggiatore pubblica I quartetti per archi di Mozart. Le voci del violoncello (ETS) esce nel 2017. Cura ed è direttore scientifico del volume Musica per la collana Il contributo dell’Italia alla storia del pensiero (Treccani, 2018) Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell'Opera di Roma. Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, ne è stato direttore artistico dal 2009 al 2013. Giornalista professionista, scrive per il quotidiano La Stampa. Dirige Studi verdiani. È Accademico di Santa Cecilia.


Marco Angius, direttore
Ha diretto Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Tokyo Philharmonic, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Orchestra Verdi, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestre de Lausanne, Orchestre de Nancy, ORT, Pomeriggi Musicali, Orchestre Philharmonique Luxembourg, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam. Tra i teatri: Comunale di Bologna, La Fenice di Venezia, Opera di Firenza/Maggio Fiorentino, Regio di Parma, Regio di Torino, Lirico di Cagliari.
Tre i “Premi Abbiati” consecutivi per Il suono giallo di Alessandro Solbiati (Bologna 2016), Aquagranda di Filippo Perocco (Venezia 2017) e recentemente Medeamaterial di Pascal Dusapin (Bologna 2018). Nel 2007 ha inoltre ottenuto il Premio Amadeus per il CD Mixtimdi Ivan Fedele, compositore del quale ha inciso tutta l’opera per violino e orchestra con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.
Tra le produzioni più recenti: Inori di Stockhausen alla Biennale di Venezia (concerto di inaugurazione del Festival 2017), KáťaKabanovádi Janáček al Teatro Regio di Torino con la regia di Robert Carsen, Prometeo di Luigi Nono al Teatro Regio di Parma, Aspern di Sciarrino al Teatro La Fenice, Jakob Lenzdi Rihm e Don Perlimplin di Maderna al Teatro Comunale di Bologna. 
Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala, dal settembre 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto.
La nutrita discografia comprende opere da Bach ai giorni nostri. Tra i suoi libri: Come avvicinare il silenzio (Rai Eri, 2007), Del suono estremo (Aracne, 2014).

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26/02/2019

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Paolo Ruini
paoloruini@canaledisecchia.it