VIOLENZE IN FAMIGLIA
REGGIO EMILIA - Sebbene condannato in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate alla moglie e nonostante gli venisse contestualmente applicata la misura cautelare non custodiale dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie, un 55enne abitante a Reggio Emilia, che peraltro aveva proposto appello alla condanna, continuava a presentarsi davanti all'abitazione della sua famiglia, con fare minaccioso e chiedendo di entrare. L'uomo è quindi stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello – Prima Sezione Penale – di Bologna, che recependo la segnalazione dei carabinieri della stazione di Corso Cairoli ha disposto l’aggravamento della misura cautela non custodiale a cui l’uomo – in attesa dell’appello - era già sottoposto (allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie) con quella della custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito ieri dai carabinieri della stazione di Corso Cairoli presso il carcere di Reggio Emilia dove peraltro l’uomo è detenuto per altra causa pendente presso la Procura reggiana, sempre relativa a reati di maltrattamenti alla moglie ed ai figli. Secondo quanto accertato dai carabinieri della stazione di Corso Cairoli, che hanno eseguito il provvedimento, l’uomo dopo la condanna in primo grado sebbene allontanato da casa e sottoposto al divieto di avvicinamento, continuava a stalkerizzare la moglie presentandosi di continuo sotto casa pretendendo di entrare nell’abitazione a suon di minacce e offese. In una circostanza risalente allo scorso mese di gennaio l’uomo ha minacciato di morte la moglie armato di un machete. Gravi fatti quelli reiterati dal 55enne che riscontrati dai carabinieri della stazione di Corso Cairoli hanno visto la Corte d’Appello felsinea accogliere le richiesta del Procuratore Generale di Bologna disponendo per l’uomo la custodia cautelare in carcere. Negli ultimi mesi il 55enne si sarebbe presentato anche nelle scuole frequentate dai figli pretendendo di vederli e minacciando di morte la moglie. Inoltre in una circostanza era riuscito a entrare fraudolentemente a  casa molestando e minacciando di morte moglie e figli.

GATTATICO – LA PICCHIA   SELVAGGIAMENTE
Un aberrante caso di reiterate violenze su un donna, quello in cui si sono imbattuti i carabinieri della stazione di Gattatico, culminato con l’arresto di colui che ha reso un vero proprio inferno la vita di una 40enne di Reggio Emilia oggetto di brutali pestaggi, gravi minacce di morte e pedinamenti ossessivi. La Dr.ssa Valentina SALVI, sostituto della Procura reggiana titolare della delicata inchiesta, condividendo con le risultanze investigative dei carabinieri di Gattatico a cui la donna si è rivolta, ha ottenuto dal GIP del tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 45enne reggiano che, ieri, è stato arrestato proprio dai militari di Gattatico. Agghiaccianti brutalità, quelle vissute dalla donna dopo la decisione di lasciare l’uomo maturata nel giugno dello scorso anno (dopo una breve relazione sentimentale), portate alla luce anche grazie alla sensibilità del Maresciallo che ha aiutato la vittima a vincere le sue paure e farle trovare il coraggio di denunciare le violenze che subiva da mesi. Pesanti come un macigno sono le accuse mosse all’indagato: sequestro di persona, lesioni aggravate e atti persecutori. Oltre al grave episodio del 31 agosto 2017 che ha visto la donna, attirata con l’inganno dall’uomo che si dichiarava bisognevole di cure in quanto ammalato, essere chiusa a chiave nella casa dell’uomo dove è stata pestata e fatta oggetto di gravi minacce di morte. Innumerevoli gli altri episodi vessatori subiti dalla donna tra giugno e dicembre dell’anno scorso: continui pedinamenti per controllarne ogni spostamento (facendole poi sapere di essere a conoscenza anche solo dei più piccoli dettagli), reiterate minacce di morte fatte anche puntandole un fucile (poi risultato finto) e con un coltello. Episodi vessatori che nel tempo hanno cagionato alla 40ene un perdurante e grave stato di ansia e di paura che l’hanno costretta modificare le abitudini di vita  (non tornava più a casa chiedendo ospitalità a parenti e amici, parcheggiava l’auto lontana dal posto di lavoro affinché l’ex non la notasse etc..). La vittima è dovuta ricorrere più volte alle cure mediche: il 31 agosto 2017, quando è rimasta vittima del sequestro con pestaggio, ha riportato lesioni varie giudicate guaribili in 7 giorni e a fine novembre sempre del 2017 quando colpita con un paletto di ferro alle gambe, braccia, addome e alla schiena ha riportato policontusioni guaribili in 15 giorni. L’auspicio è che ora la donna possa riprendere la sua vita: l’uomo violento è stato arrestato dai carabinieri.


10/03/2018

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Paolo Ruini
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