EVENTI DI CRONACA REGGIANI
Campagnola Emilia. NAPOLETANO TRUFFA AZIENDA DI MAGLIAERIA Sembrava una regolare compravendita come tante altre fatte da un’azienda di maglieria del reggiano che alla consegna dell’importante partita di maglie vendute a un colui che si è dichiarato essere un imprenditore tessile della provincia di Potenza ha concordato il pagamento dell’importo dovuto, pari a circa 6.000 euro, con assegno bancario. L’imprenditore reggiano non aveva alcun motivo di dubitare sulla bontà delle modalità di pagamento in quanto il cliente aveva esibito la visura camerale di un’azienda tessile potentina realmente esistente rassicurando il venditore. In questo modo il truffatore   ha raggirato l'azienda reggiana in quanto l’assegno consegnato a pagamento dei capi di vestiario acquistati è risultato non esigibile in quanto contraffatto. Ma non solo: l’azienda potentina si è dichiarata estranea alla compravendita a significare che il truffatore si era sostituito al titolare avanzando, e concludendo, per nome e conto dell’ignara azienda, la trattativa di compravendita. La consegna di un apparente assegno regolare a pagamento di quanto dovuto è stato il modo per raggirare carpendone la fiducia l’imprenditore reggiano che, successivamente all’atto della non esigibilità del titolo, materializzato di essere rimasto vittima di una truffa si è rivolto ai carabinieri di Campagnola Emilia denunciando l’accaduto. Un colpo, quello commesso ai danni dell’azienda tessile reggiana, che potrebbe rappresentare la punta di un iceberg di una più ampio giro di truffe compiute in altre realtà provinciali italiane su cui ora si stanno concentrando le indagini dei Carabinieri di Campagnola Emilia anche alla luce anche dei precedenti specifici posseduti dall’uomo. Nelle more che le indagini facciano luce su questi aspetti i militari di Campagnola Emilia a conclusione delle relative indagini sul caso in specie, con l'accusa di truffa hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 50enne napoletano, riusciti a impossessarsi di una partita di capi di abbigliamento de valore di circa 6.000 euro. I documenti relativi alla visura camerale dell’azienda della quale l’uomo si era spacciato titolare sono risultati essere genuini peccato però che lui nulla aveva a che fare con la stessa azienda ignara della tattiva truffaldina. Secondo la ricostruzione investigativa dei carabinieri di Campagnola Emilia il truffatore dopo aver avviato una trattativa telefonica con l’azienda reggiana si presentava nell’opificio concludendo l’acquisto. La non esigibilità dell’assegno, risultato essere   falso, lasciava intendere all’imprenditore reggiano di essere rimasto vittima di una truffa per cui si presentava ai carabinieri del paese denunciando l’accaduto. I carabinieri di Campagnola Emilia seppur davanti a un mister x indirizzavano le attenzioni sull’auto a bordo della quale l’uomo era stato notato giungere nell’azienda reggiana: un Audi A6 con targa tedesca. L’auto in banca dati risultava essere utilizzata più soggetti tra cui un 50enne napoletano su cui convergevano le attenzioni investigative degli operanti. Nei suoi confronti i militari raccoglievano incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di   truffa per la cui ipotesi veniva denunciato. L’auto in uso al 50enne napoletano è stata segnalata anche in occasione di analoghe truffe portate a compimento in altre realtà provinciali con lo stesso modus operandi. Su quest’aspetto ora si stano concentrando le indagini dei carabinieri di Campagnola Emilia.


Reggio Emilia. RAID FURTIVO AL CENTRO COMMERCIALE Per 20 minuti, dalle 13.32 alle 13.52, hanno fatto spola dal negozio alla loro auto razziando pannelli adesivi da parete, svariati caricatori per cellulari, vari trucchi e deodoranti per un valore di oltre 500 euro. Si sono assicurati i prove ti del furto ma non l’impunità. Grazie alle telecamere di videosorveglianza del negozio depredato, i carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce sono risaliti ai due ladruncoli ora finiti nei guai. Per questi motivi con l’accusa di concorso in furto aggravato i carabinieri della stazione di via Adua hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia una 40enne marocchina e l’amico connazionale 28enne, entrambi residenti a Reggio Emilia. Ad accorgersi del furto il titolare dell’attività commerciale, un 25enne cittadino cinese residente a Reggio Emilia, che si presentava ai carabinieri di via Adua denunciando il furto di un ingente quantità di merce per un valore di circa 550€ asportata dall’interno del suo negozio ubicato in via Pasteur della frazione San Maurizio di Reggio Emilia. Nel dettaglio il commerciante riferiva che ignoti ladri   asportavano dall’interno dell’attività commerciale 35 pannelli adesivi da parete, svariati caricatori per cellulari, vari trucchi e deodoranti per il corpo. Accortosi dell’ammanco della merce il denunciante visionava le telecamere di videosorveglianza poste all’esterno dell’attività commerciale notando subito due persone che arrivavano a bordo di una Chevrolet di colore nero, di cui le telecamere immortalavano la targa. Le due persone venivano riprese nel bel mezzo del furto compiuto entrando e uscendo più volte dal negozio aiutandosi, per il trasporto della merce trafugata, di una borsa. Il tutto compiuto in una ventina di minuti e precisamente dalle ore 13.32, orario del’ primo ingresso nell’attività commerciale, alle ore 13.52 attimo in cui raggiungevano l’auto, dove veniva di volta in volta caricata la refurtiva asportata, a bordo della quale si dileguavano. Sulla base degli elementi acquisiti e soprattutto grazie alla targa dell’auto ripresa dalle telecamere i militari indirizzavano le attenzioni investigative sulla sorella della proprietaria dell’auto risultata averne uso esclusivo. Dalla stretta cerchia di amicizie della donna i militari giungevano all’amico: A carico dei due i militari acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità tra cui la certa responsabilità grazie alla comparazione dei loro volti con quelli immortalati dalle telecamere del negozio. Gli stessi due ladri riconoscendosi nei fotogrammi ammettevano le loro responsabilità in ordine al furto per la cui ipotesi delittuosa venivano quindi denunciati alla Procura reggiana.


21/02/2021

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Paolo Ruini
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