CASALINGA VENDE VESTITI "PIRATATI"
BIBBIANO - Timberland, Adidas, Michael Kors, Liu-Jo, Calvin Klein, Gucci, Armani, Jordan, Nike, Colmar, Kappa, Moleschine, e altre marche ancora. È risultato essere ben assortito e variegato il “campionario” dei capi d'abbigliamento che una donna, originaria della Campania, possedeva nella boutique che aveva ricavato nell’armadio della camera da letto della sua abitazione a Bibbiano dove, stando alle prime risultanze investigative, affluivano i suoi clienti. Un andirivieni sospetto, quello registrato nell’abitazione della donna dai carabinieri bibbianesi che ha indotto i militari della stazione di Bibbiano ad effettuare i dovuti servizi culminati nel sequestro di numerosi capi d'abbigliamento di prestigiose griffe tutti risultati essere contraffatti. Con l'accusa di introduzione nello stato e commercio di prodotti con segni contraffatti e ricettazione i Carabinieri di Bibbiano hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia una 40enne campana abitante a Bibbiano a cui i militari hanno sequestrato una quarantina di capi d'abbigliamento e accessori contraffatti. Forti delle risultanze investigative acquisite i carabinieri nella giornata di ieri andavano a far visita all'abitazione della donna. Avuta la presenza della donna a cui venivano partecipati i motivi della presenza i militari davano corso all'attività di ricerca individuando all'interno dell'armadio della sua camera da letto una quarantina di capi d'abbigliamento e accessori appartenenti alle griffe di seguito indicate, tutte contraffatte: una decina di tute unisex e da uomo marca Nike, Jordan e Adidas, due zainetti marca Timberland e Adidas, cinque tra borse e borselli marca Liu-Jo, Gucci e Michale, alcune paia di scarpe marca Adidas, Nike e Colmar, indumenti intimi maschili marca Kappa ma anche accessori come un costume, un paio di polsiere e delle ciabatte di altre marche. “Gli ho acquistati per i miei figli.” Così ha cercato di giustificarsi la donna venendo però smentita dal fatto che la maggior parte delle taglie nulla avevano a che fare con quelle dei suoi figli. I capi d'abbigliamento e gli accessori rinvenuti alla luce di quanto precede venivano sequestrati con la donna che veniva denunciata alla Procura reggiana in ordine ai citati riferimenti normativi violato. Un primo step quello ottenuto nell’odierna inchiesta che prosegue sia per risalire ai canali di approvvigionamento della merce contraffatta che per identificare eventuali clienti compiacenti che a loro volta acquistando beni di provenienza illecita possono rispondere del reato di ricettazione.


16/03/2021

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Paolo Ruini
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