LA CASSA ERA DIVENTATA IL SUO BANCOMAT
Poviglio. Assunto in una officina meccanica come addetto alle revisioni delle autovetture si è rivelato essere un dipendente infedele che durante l’orario di lavoro alleggeriva la cassa e i locali officina impossessandosi degli attrezzi da lavoro. I sospetti del titolare si sono rivelati fondati allorquando i Carabinieri della Stazione di Poviglio dopo aver installato un sistema di videoripresa lo immortalavano intascare il danaro che prelevava dalla cassa oltre a trovarlo in possesso di un avvitatore sottratto dall’officina che custodiva a casa dove è stato trovato dai miliari a seguito di una perquisizione domiciliare. Con l’accusa di furto aggravato e continuato i Carabinieri della Stazione di Poviglio hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia Corso Cairoli hanno arrestato un 24enne meccanico di Bagnolo in Piano. Al giovane a un mese dall’assunzione, avvenuta a luglio dello scorso anno, gli veniva affidata la gestione delle revisioni di autovetture. Tutto andava per il meglio se non fosse che a dicembre il ragazzo veniva notato caricare in macchina alcuni attrezzi da lavoro. Vistosi scoperto riportava in officina gli attrezzi riferendo di averli prelevati per usarli temporaneamente a casa.   La circostanza insospettiva il titolare che a gennaio controllando la contabilità relativa agli incassi delle revisioni delle autovetture registrava un ammanco di oltre 1.000 euro. Il titolare a questo punto sporgeva denuncia ai Carabinieri di Poviglio che al riguardo avviavano le indagini ottenendo dalla Procura reggiana autorizzava l’installazione di dispositivi idonei alla registrazione di immagini presso il locale revisioni della ditta nonché un decreto di perquisizione presso l’abitazione dell’indagato al fine di ricercare alcuni degli attrezzi risultati mancanti dall’officina. provento di furto. Il computer che si trovava nascosto nel sottotetto del locale   revisioni, a cui era collegato il sistema di registrazione, veniva però danneggiato. Le telecamere esterne dell’azienda ne rivelavano la responsabilità: a danneggiare il pc era stato il dipendente infedele che anticipando l’orario di lavoro era entrato nei locali danneggiando il computer nell’intento non risuscito di cancellare ogni prova. I carabinieri infatti recuperavano i dati dell’hard disk dati dove risultava salvato un video che immortalava il dipendente infedele prendere al mattino 80 euro e al pomeriggio 20 euro. La perquisizione nell’abitazione del giovane portava i carabinieri e rinvenire e sequestrare un avvitatore risultato sottratto all’azienda. Nonostante l’evidenza dei fatti il giovane respingeva ogni accusa, circostanza questa che non gli ha impedito di venire denunciato alla Procura reggiana in ordine al reato di furto aggravato e continuato. Anche dall’analisi della contabilità di febbraio dalla cassa revisioni risultavano mancare un migliaio di euro.


04/03/2016

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Paolo Ruini
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