ITALIA: UN PAESE CHE NON FAVORISCE LA FAMIGLIA
PROVINCIA REGGIANA - I Fratelli d'Italia hanno inviato un comunicato dove mettono in risalto la mancanza di una politica nel nostro paese dedicata alla famiglia e alla natalità.
"Uno Stato che non investe nella natalità, è un paese che non ha Futuro!
L' ITALIA è un paese che non ha e non ha avuto una visione verso il Futuro, un paese che non ha né programmato né sostenuto un cambio generazionale con incentivi ed efficaci provvedimenti economici e fiscali, volti a favorire la natalità e la maternità.
Siamo quindi e   lo scrivo con profondo rispetto,   un paese di “vecchi”...
In verità, da alcuni anni , i vari governi si sono finalmente   “accorti” di questa   amara   realtà   così, a turno, hanno cercato di introdurre una serie di interventi positivi   per sostenere le nascite e la famiglia, ma è ancora troppo poco e insufficiente.
Nella gestione e nelle scelte programmatiche   di un paese ci sono delle priorità che devono essere rispettate e realizzate!
Il sostegno alla maternità, alle donne   lavoratrici, alla famiglia è certamente una priorità fondante che dovrebbe essere sempre presente negli indirizzi programmatici di uno Stato che guarda con serietà ed energia al proprio Futuro. L'Italia,   membro fondatore dell'Unione Europea,   purtroppo,   non si è allineata a recepire dai paesi membri le scelte positive e le regole che funzionano per aiutare le famiglia con figli. Il confronto con la Francia è immediato,   basta osservare con quale attenzione,   per un chiaro obiettivo demografico, i governi francesi abbiano agevolato la famiglia con numerosi figli:
assegni familiari, contributi per le famiglie, rette degli asili definite a livello nazionale, in base al reddito e al numero di figli, (calcolo della propria retta fatto facilmente su internet), bonus nido e baby sitter e soprattutto il sistema fiscale. Infatti, la   tassazione ed, è qui che si gioca la vera differenza con l'Italia,   è basata sul quoziente familiare ( più figli meno tasse), le aliquote fiscali si applicano solo sul reddito familiare, dopo che è stato diviso per numero di “parti” del nucleo. In Italia, invece, la tassazione avviene su base individuale, le detrazioni per i figli sono basse , decrescono velocemente con il reddito e si azzerano a 95.000 euro lordi. In Francia, a titolo di   esempio, una coppia con tre figli ed un reddito di 100.000 euro paga al Fisco 10.000 in tutto.
Desidero riportare la situazione delle donne   lavoratrici, in particolare alcune riflessioni di una giovane mamma-donna lavoratrice:
Punto 1 –maternità obbligatoria: durata e costi

La maternità obbligatoria, per le donne che non hanno gravidanze a rischio, è prevista in
- 2 mesi prima della data del presunto parto
- 3 mesi dopo il parto
È concesso di lavorare anche l’8 e il 9 mese di gravidanza e di posporre la maternità obbligatoria in avanti, ma il periodo è comunque un massimo di 5 mesi.
La maternità obbligatoria è pagata dall’INPS all’80%, ed è richiesto al datore di lavoro (ove previsto dal CCNL applicato) di integrare l’ulteriore 20% della retribuzione: in sostanza, il datore di lavoro che deve sostituire una donna incinta deve, non solo pagare una persona in sua sostituzione, ma anche il 20% della retribuzione della donna che è a casa in maternità.
Poi ci si chiede come mai i datori di lavoro preferiscano assumere uomini o paghino meno le donne: non sono mica una onlus!

Punto 2 – allattamento e maternità

L’allattamento al seno è una pratica caldamente consigliata da ostetriche, pediatri e dall’OMS, che ne valorizzano gli estremi benefici per il piccolo in termini di crescita e salute ed è consigliato come esclusivo, ove possibile fino al 6 mese di vita del bimbo.
Come si può da un lato promuovere, giustamente, l’allattamento al seno, che da OMS e indicazioni pediatriche, dovrebbe essere esclusivo sino anche ai 6 mesi di età del bambino, e poi pretendere che le madri tornino a lavorare (sebbene con l’orario ridotto) al compimento del 3 mese di età del bambino? Come può una madre che allatta stare lontana 6 ore dal proprio figlio (senza contare eventuali tempi di trasporto). Ecco allora che entra in gioco la maternità facoltativa.

Punto 3 – maternità facoltativa e smaltimento ferie

La maternità facoltativa nuda e cruda è pagata al 30% della retribuzione dall’INPS: quindi, per seguire le indicazioni di pediatri e OMS sull’allattamento, detti in precedenza, una mamma che non riesce / non può lavorare anche 8 e 9 mese di gravidanza, dovrebbe fare almeno 3 mesi (dal 4 a 6 mese del bimbo) con lo stipendio meno che dimezzato. Quante se lo possono permettere?
E anche una donna che prova a lavorare 8 e 9 mese di gravidanza, con i rischi che ne derivano, comunque almeno 1 mese o 2 di facoltativa se lo deve fare.
E siccome molte donne non si possono permettere uno stipendio così ridotto, finiscono con usare le ferie (spesso anche caldamente consigliate dai propri datori di lavoro), in modo poi da non averne più per i periodi in cui se ne potrebbe avere bisogno (es. Vaccini dei figli, malattie dei bimbi, chiusura delle scuole, ecc..) o semplicemente per quando si vorrebbero davvero fare delle ferie da poter passare con la propria famiglia.

Punto 4 – Covid

Nel 2020 la pandemia Covid non era un motivo sufficiente per consentire alle donne in gravidanza di stare a casa anticipatamente dal lavoro: si tratta di una follia, visti i rischi del virus e il fatto che alle donne in gravidanza possono essere somministrati solo alcuni farmaci e sotto stretto controllo medico.
È una follia, ma così è. Nel 2021, invece, è previsto, per dipendenti pubblici, soprattutto, che stiano a casa (esempi di insegnanti e dipendenti del SSN). È giusto, ma perché la regola non può valere anche per i dipendenti privati?




Conclusioni

In sostanza, la cosa più logica da fare sarebbe quella di
1. Consentire la maternità obbligatoria fino ai 6 mesi del bimbo
2. Dare il 100% della retribuzione da parte dell’INPS, senza l’integrazione a carico del datore di lavoro
3. Dare sgravi fiscali ai datori di lavoro se possano assumere   donne (in particolare con figli)
4. Durante la pandemia Covid, consentire alle donne in gravidanza la maternità anticipata per tutta la gravidanza, onde evitare rischi per loro e per i bambini.

Queste le reali   problematiche che oggi un   governo d'Italia   di   qualità dovrebbe analizzare per affrontare con serietà e giusta attenzione la programmazione di scelte strutturali per aiutare ed incentivare le famiglie che hanno o desiderano figli.

I FIGLI   sono un VALORE per il FUTURO dell'Italia!


Consigliera comunale di Rolo
Maria Cristina Camurri
Fratelli d’Italia




08/03/2021

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Paolo Ruini
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